I Pupa
Sabato 17 maggio 2014 – Ore 21:00
di Alessandro Formica
Regia di Alessandro Formica
Tre stereotipi di donna attendono in un luogo misterioso la considerazione di un Tale che potrebbe essere l’unico in grado di cambiare la loro vita. Esiste solo un modo per realizzare quel sogno comune: un gioco grottesco per riuscire a mostrarsi brillanti, affascinanti, stupide, complicate, frivole, sensibili.Tra alterchi comici, rivelazioni intime, black humor e irriverenze, le tre donne sono disposte a tutto pur di realizzare il loro desiderio. Niente però è abbastanza; non basta mostrarsi in quanti più modi possibili e immaginabili. Nemmeno l’attenta analisi sulla società attuale pare funzionare. Il gioco comico sembra non avere vincitori almeno fino al momento in cui qualcosa accade.
Nel corso della serata si svolgerà una breve presentazione dello spettacolo “Belena” di e con Alessandro Formica
Un mostro, una creatura informe, un blasfemo invertito da girone dantesco, un’eccentrica battona felliniana, una cosa inutile o forse, più semplicemente, un essere umano cui nessuno ha mai dato il diritto di essere e riconoscersi tale.
Questa è Belena.
Ed è proprio in questa sua totale indefinitezza che risiede il costante conflitto che si rivela causa e sedativo della sua sofferenza.
La confusione sull’identità di genere, così come quella sull’orientamento sessuale, sono solo il risultato più evidente di una profonda crisi umana che, pur di non essere riconosciuta, accettata e fronteggiata, viene considerata una malattia, una sciagura inevitabile, una sorte che qualcun altro ha già scelto.
L’ignoranza, la vergogna, la paura del giudizio, la morale religiosa, l’impulso della società all’autodistruzione, convincono ed educano Belena a sentirsi una sorta di “Maddalena postmoderna”; una creatura cui il peccato è concesso e dovuto perché insito nel suo corpo, nelle sue ossa.Tutti, sin dalla sua primissima infanzia, l’hanno considerata deviata sessualmente, sporca, un “angelo nero, metà maschio e metà femmina”, il cui compito su questa terra era soddisfare le “legittime fantasie “di chi, a differenza sua, aveva una vita vera e poteva peccare ogni tanto perché carne umana, come tutti.
Centrale è il ruolo della madre: una madre presente ma silente che viene più volte descritta come una Vergine Maria in pena per un figlio innocente, laddove, la protagonista stessa si considera figlia di un Dio buono ma assente che l’ha abbandonata e condannata alla sua malattia.
Belena è ignorante. Probabilmente ancor più ignorante di chi la circonda e disegna quotidianamente i contorni e i colori del suo personaggio. Ma Belena, diversamente dagli altri, ha scelto di esserlo. Pur di non chiedersi veramente chi sia e perché si nasconda sotto quei capelli finti, sotto quel seno di ovatta; pur di non accettare l’idea di essersi smarrita e aver bisogno di aiuto, ha preferito il silenzio. E’ diventata muta. Muta completa. Come molti. Troppi di noi. Muta almeno sino a questo momento, sino a questo monologo che rappresenterà per lei, il primo vero dialogo con se stessa in 25 anni di età.