Una notte di Salomè
Domenica 12 aprile 2015 – Ore 17:30
di E. Vacchetto
Regia di G. Fortunato Pisani
Biglietto: € 7,00
E’ una notte buia e tempestosa. In uno squallido bar di periferia la barista, Daisy, intenta alle ultime pulizie, impreca contro il marito che dorme ubriaco su un tavolo. Ad un tratto, come un’apparizione, entra Veronica Lopez, grande attrice teatrale, alla ricerca dell’ultimo drink.
Le due in effetti si sono già „incontrate‟. Daisy ha assistito allo spettacolo Salomè la cui interprete era appunto la Lopez.
Di fronte all’uomo praticamente in coma alcolico (e che tale resterà per tutto il tempo), le due donne si raccontano fino a svelare l’una all’altra i più intimi e atroci segreti. Finale a sorpresa.
Paradossale storia che, prendendo spunto dal tema di Salomè,
celebre figlia di Erodiade, concupita da Erode, racconta la difficoltà di essere donna oggi.
Nonostante l‟argomento molto serio, il testo è godibile e ricco di momenti divertenti. Le due donne si raccontano e „giocano‟ trovando una intensa intesa e solidarietà.
Se come dice qualcuno “il maschio è il nuovo sesso debole”, ecco che le due protagoniste, diversissime per storia personale e ceto sociale, vivono la situazione da borderline sentimentale. Entrambe, infatti, vengono da due matrimoni sbagliati, difficili e privi del frutto massimo dell‟amore: un figlio. Motivi diversi, aborto o sterilità, costringono le due donne a questa orrenda solitudine.
Da lì insoddisfazioni, follie, rivendicazioni.
L‟incontro cambierà definitivamente le vite delle due donne.
Il maschio resta sconfitto, relegato al suo ruolo e alla sua eterna ricerca di status, mentre la donna vive la sua maturità esprimendola nello svolgersi proprio dell‟esistenza reale e fenomenica dell‟hic et nunc.
Alla fine poi un‟agnizione intellettuale riporterà l‟armonia celeste nelle due anime femminili fino a condurci ad un epilogo surreale, grottesco ma non troppo lontano alla realtà che viviamo.
Nello spettacolo, tra le varie citazioni dal testo di Oscar Wilde (alcune delle quali già presenti nel testo originale di Vacchetto) , si fa riferimento alla famosa danza dei sette veli.
La regia ha quindi deciso di inserire anche la danza
ma rifacendosi alle origini della stessa: quando la dea babilonese Ishtar scese nell’aldilà per riportare sulla terra lo sposo defunto Tammuz, eseguì una danza con sette veli davanti a ciascuna delle sette porte degli inferi.
In onore di questa Dea, le sacerdotesse, in seguito, eseguivano la famosa „Danza dei sette Veli‟, dove l‟abbandono del velo simboleggiava l‟allontanamento degl‟aspetti umani negativi e l‟esaltazione di quelli positivi. Era una danza sacra, che donava energia positiva e l‟armonia tra il corpo e la mente.
È possibile acquistare i biglietti on-line tramite
Per informazioni: tel. +39 090 9339219 – +39 324 6811349